_DSC2693Il 10 marzo 2014 si è svolta a Torino, presso il polo culturale Lombroso 16, la prima conferenza organizzata dall’Associazione RIP, Riprendiamoci Il Pianeta. Il relatore della serata è stato Mauro Bonaiuti, professore di Finanza Etica all’Università di Torino che ci ha parlato di decrescita.

La serata è inserita all’interno di un ciclo di 6 conferenze dal titolo “Dall’ufficio di scollocamento al coraggio di una moneta popolare”. Le conferenze vertono su tematiche che reputiamo essere di interesse comune: decrescita, lavoro, economia, OGM e sistema monetario. L’obiettivo principale di questi incontri, oltre ad avere finalità informative, è quello di tentare di creare una sinergia tra noi e le persone che sentono di voler dare un contributo al cambiamento.

Parlare di decrescita in un mondo dove la parola chiave è “sviluppo illimitato” sembra quasi una contraddizione, quasi una provocazione, un cambio di rotta. Ed così è secondo Bonaiuti. Si deve invertire la rotta e vedere la decrescita reale in atto, causata dalla crisi attuale, come un’opportunità per realizzare la crescita relazionale, conviviale e spirituale. L’espansione dell’economia solidale attraverso la produzione di beni relazionali crea non soltanto un valore economico laddove può ridurre al minimo il degrado della materia/energia, ma costituisce anche una via potente verso la realizzazione di un’economia giusta. La ridefinizione della felicità come “abbondanza frugale in una società solidale” presuppone la fuoriuscita dal circolo infernale della creazione illimitata di bisogni e di prodotti e dalla frustrazione crescente che genera. Infatti l’autolimitazione è la condizione per realizzare la prosperità senza crescita ed evitare il crollo della civiltà umana.

Qual è, secondo Bonaiuti, lo scenario ottimistico possibile per prepararsi a questa “transizione”?

  • È necessario operare un sostanziale ribaltamento di prospettiva: semplificare e decentrare anziché crescere e complessificare.
  • Occorre che, nel momento in cui il sistema entrasse in una fase di discontinuità, siano già presenti in modo significativo alternative istituzionali e immaginarie in grado di poter indicare percorsi alternativi concretamente praticabili.
  • La società che noi auspichiamo richiede innanzitutto il coagularsi di un nuovo immaginario che deve crescere ed essere sufficientemente sviluppato prima di sostituire il vecchio.
  • La riduzione dei grandi apparati costituisce un’opportunità per la democrazia, o più propriamente per l’autonomia, cioè per l’autogoverno della società.
  • La crisi del grande mercato capitalistico e le difficoltà del settore pubblico, apriranno finalmente spazi rilevanti per quel multiforme universo dalle forme di scambio informali, personali, non monetarie, basate su qualche forma di dono o reciprocità. Il mondo dell’informale si avvantaggia infatti dei minori costi di apparato, della maggiore flessibilità, oltre che della forza delle relazioni di fiducia che costruisce al proprio interno.

Per un approfondimento sull’argomento rimandiamo al libro scritto da Mauro Bonaiuti. “La Grande Transizione. Dal declino alla società della decrescita” edito da Bollati Boringhieri.

Per chi volesse far parte del nostro gruppo: riptorino@gmail.com ; www.riprendiamociilpianeta.it ; www.yogavitaesalute.it ; +39 334-9946480.

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Venerdì 21 marzo 2014, sempre presso il polo culturale Lombroso 16, in Via Cesare Lombroso, 16 a Torino alle ore 21:00 ci sarà la prossima conferenza dal titolo: “Ufficio di scollocamento: cambiare vita e lavoro, istruzioni per l’uso”. Il relatore è Paolo Ermani. Anche qui sembra quasi una provocazione parlare di scollocamento in piena crisi ma, “segnali, domande, perfino invocazioni che giungono da ogni parte, mostrano il bisogno di spezzare la catena…di disoccuparsi dalla posizione esistenziale, sociale, economica e lavorativa nella quale siamo collocati in modo coatto e alienato”